Allenamento al tempio

Rakashin
00mercoledì 20 maggio 2015 17:49
Questa sera i Giardini Esterni del Tempio divengono arena di allenamenti armati. Non si tratta di prodi cavalieri o abili guardiani, bensì Sacerdotesse. Le Figlie della Dea, infatti, si raccolgono sotto le fronde degli alberi in un’area appositamente preparata. Alcune torce sono infatti sistemate in cerchio, in modo da illuminare la zona che verrà utilizzata. Da parte, interessati alla scena, i tre inservienti, a cui la Somma Stella ha dato il permesso di assistere e, se vogliono, partecipare. Sono già tutte li, coloro che hanno scelto di unirsi a questa lezione, e con loro vi è il maestro scelto: Rakashin. Si aprano le danze.
[ Turni: Rakashin – Hagall – Roseline – Inwe – Elysiane(se arriva) ]

RAKASHIN [Giardini esterni] Le sacerdotesse lo attendono, ed egli puntualissimo giunge. Silenzioso, smuovendo appena qualche ciuffo d'erba solitario, ma divenendo parte integrante della Terra medesima su cui poggia i piedi {Manto di Yavanna livello 1}. La notte è giunta, quella vera, ma il buio permane da settimane. Ha indossato per l'occasione una veste leggera e scura, una tunica di cotone blu notte con alcune raffigurazione argentate. Sotto la tunica, che giunge fino a metà coscia, vi sono dei pantaloni di cuoio scuro e più in basso un paio di stivali leggeri e morbidi. Avanza nella notte, figura quasi inquietante, bruna e altissima. E' parte stessa di quel buio per quanto ne possa odiare ogni particolare. Si mescola con quelle ombre, e ne emerge, nel cerchio di torce in cui quasi compare dal nulla. Il suo sguardo è severo, e corre sulle sacerdotesse, a partire dalla Somma Stella, per fermarsi poi su Inwe e Roseline. Quest'ultima gli è sconosciuta, e per questo le rivolge un inchino più serio. Ma le parole che fuoriescono dalla sua bocca sono fredde, totalmente diverse da quelle dell'elfo saggio che si mostra a chiunque. Questa notte è un maestro, un maestro che insegnerà loro a sopravvivere ad ogni avversità. Sulle spalle porta uno scudo, aderente alla schiena, ed una spada elfica la cui impugnatura sporge da sopra la spalla destra dell'Eldar antico. Capelli neri, così corvini da sembrare fuori luogo in quel cerchio di luce. Saluta: [Veduì il'er]. Lo sguardo si sposta sugli inservienti, ma non li osserva a lungo, e tornando sulle sacerdotesse, esclama ancora: [Sfoderate!]

HAGALL { Giardini Esterni . Arena . FU } ? { Notte, sempre notte, ma quella scorsa le ha concesso di bere una sorsata di Sole e in qualche modo è come se si fosse ricaricata. La luce rigenera, soprattutto quando dentro devi ospitare due volti che hanno a che fare con essa. Sarà per questo che i suoi occhi, stasera, hanno una luce nuova, o forse il merito è proprio del saggio Rakashin, che coi suoi consigli le ha dato nuova forza. Lo vede arrivare e, con aria seria, lo saluta } Benvenuto. { per poi fare brevemente le presentazioni così che lui sappia il nome di colei che non conosce } Lei è Roseline dell’Inverno: Regina di Avalon. { Regina e Somma Stella: allieve importanti per questo maestro. Ad ogni modo, stasera saranno solo ed esclusivamente questo. La Dama del Lago ha i capelli raccolti in una crocchia sulla nuca e indossa gli abiti con cui è solita recarsi in Guarnigione: pantaloni scuri aderenti, una camicia e un corpetto. Nulla di succinto e sensuale, ma solo pratico per muoversi. Qui al Tempio si è concessa di restare scalza. Non ha addosso alcun oggetto, se non una spada lunga, appesa al fianco sinistro. È ferma, in piedi, con le gambe leggermente divaricate, in modo da avere i piedi in linea con le spalle. Le ginocchia sono morbide e impercettibilmente flesse. Al comando dell’Eldar la mano destra andrebbe ad afferrare l’impugnatura dell’arma, per poi tentare di estrarla con un movimento fluido da sinistra a destra, tendente verso l’alto in modo da terminare il movimento con una mezzaluna. Se riuscisse, si ritroverebbe con la mano leggermente davanti al fianco destro, l’arma in pugno e la punta della lama verso l’alto, lievemente inclinata in avanti }

ROSELINE { Giardini esterni }{ FU }{ La luce delle fiaccole, predisposte come a formare un cerchio attorno a loro, le si infrange addosso coprendo d'oro i suoi profili argentati. Che la Regina non sia versata nelle arti belliche, come in quasi tutte le discipline che richiedano elevati sforzi fisici, è un dato di fatto; eppure è lì, assieme alle altre figlie del Tempio, pronta a prendere lezioni di... Cosa, in effetti? Gli occhi appannati dalla ista si fissano per lunghi istanti su Rakashin che avanza e si presenta, fino a rivolgergli un'occhiata che gli risulterà interpretabile come dubbiosa. } Gli Spiriti vi salutano, Rakashin { Il tono è gentile, eppure quando lo sguardo torna sulla spada che tiene tra le mani non potrebbe essere più torbido. E veniamo dunque alla spada: non la tiene propriamente nel fodero, tutt'altro. Il braccio destro proteso quanto più lontano dal busto accompagna le dita a stringere il pomo dell'elsa dall'alto, cosicchè la punta della spada lunga - già sguainata - sia rivolta verso l'erba. Se avesse a che fare con un serpente velenoso probabilmente sarebbe più rilassata. Per questa occasione la Sapiente ha deciso di indossare un vecchio abito da magistra, consumato dal tempo, dall'orlo sdrucito. I capelli sono raccolti in una treccia annodata poi sopra la nuca, e nulla reca con sè all'infuori del Medaglione del Drago e del ciondolo anti - zombie. Dovrai avere molta pazienza con questa allieva, Maestro. }

INWE [Giardini esterni] Niente abito sacerdotale, questa sera. Al suo posto, i calzoni scuri e la camicia che l'hanno accompagnata per tanti viaggi, come testimonia ampiamente il loro stato non più eccellente. È scalza, come sempre, forte di quell'abitudine che l'ha portata a percepire al meglio le caratteristiche del terreno sotto di sé senza soffrirne eccessivamente le asperità; la novità è allacciata in vita, a sinistra, opposta all'athame, una spada lunga fresca di mercato. Il peso dell'arma, sebbene non sia eccessivo, è di certo cosa nuova e inusuale, soprattutto se confrontato con la leggerezza del pugnale rituale a cui è abituata. I capelli scuri sono raccolti in una singola treccia che dalla parte alta del cranio le discende fino alle scapole, lasciandole scoperto il viso pallido e segnato soltanto dalla stellina vermiglia. Assieme a Roseline ed Hagall aspetta, dritta in piedi, l'arrivo del loro maestro, ma non a lungo: l'alta figura dell'areldar si manifesta fra le ombre, ed il capo della mezzosangue si abbassa leggermente in segno di saluto. Probabilmente è la consapevolezza di doversi armare a farla essere così marziale, questa sera, e poco incline al sorriso che pure non indugia sulle labbra di nessuno dei presenti: perfino gli Inservienti tacciono, dalla loro posizione. È tesa, eppure tutt'altro che rigida, come si intuisce dalla fluidità con cui il braccio destro si sposta verso l'elsa della spada perché le dita si chiudano attorno ad essa: deve ancora arrivare a considerare familiare il peso della lama, ma andrebbe ad estrarla senza litigare con il fodero, stranamente, compiendo un movimento verso l'alto e verso destra prima di tornare a discendere all'altezza del fianco. Non sa bene come tenere l'arma, è evidente dalle dita sottili che stringono l'elsa con forza forse eccessiva, temendo che le scivoli via e finisca a terra: in ogni caso, in un modo o nell'altro ha sfoderata la lama ed è pronta, cercando di tenerla ben salda in pugno e con la punta leggermente inclinata verso l'alto, sempre per sfavorire un'eventuale passeggiata dell'acciaio grazie alla gravità.

RAKASHIN [Giardini esterni] La caratura delle sue allieve questa sera è a dir poco imponente, eppure non è spaventato ma piuttosto onorato. Di fondo ha smesso di aver paura, da molto tempo, da quando si è reso conto di aver vissuto già fin troppo, decidendo così di mettere la propria vita nelle mani delle giuste cause. Ha già posto il suo saluto alla reggente dell'isola, ma non è questa la sera in cui mostrare la propria gentilezza. Fa segno al nordico più alto nel gruppo degli inservienti, Ardal l'orso, di farsi avanti e di posizionarsi di fronte alla somma stella in persona. Gli indica un punto nel quale posizionarsi, per la precisione a 3 metri esatti dalla signora del lago. Se questo seguisse i suoi dettami, gli sussurrerra all'orecchio sinistro, dopo essersi a lui avvicinato su quello stesso lago: [Attaccate la Somma. Al mio via, cercate un affondo al suo alto addome. Non abbiate paura di farle male, ci sono le sue Sorelle a curarla nel caso dovesse servire]. Quanto dice è inudibile a chiunque, e quando si distacca dall'umano per riprendere ad avanzare per fermarsi vicino a Roseline e Inwe, è di nuovo serio e distaccato. Il suo volto è una gelida maschera perfetta, di una bellezza ancestrale. Nemmeno al gentile saluto di Roseline risponde, come se delle inezie in questo momento gli importasse alcunchè. Se Hagall punta l'arma verso l'alto lo stesso non si può dire per Roseline, che invece la rivolge al terreno erboso. Ognuna di loro ha optato per una veste comoda e di certo il Noldor trova la scelta più che azzeccata. Anche Inwe estrae e tiene alta la lama della sua spada. Il Noldor si posiziona frontale alla meticcia, e dice direttamente a Roseline: [Mia Regina, raggiungetemi qui]. Attende che ella gli si avvicina, e si posizioni a 3 metri esatti frontali da Inwe. Hagall invece è leggermente più lontana e si confronterà direttamente con l'inserviente nordico per ora. Poi lui parla di nuovo, questa volta ivolto alla mezzosangue: [Attaccherete la Regina voi per prima. Accorciando le distanze proverete a colpirla con un tondo dritto, mirando al braccio giusto della vostra avversaria. Intanto, quest'ultima cercherà di parare il colpo, usando la sua spada. Non serve che usiate troppa violenza, ma non risparmiatevi]. Spiega tutto questo spostandosi dalla linea in cui dovrà muoversi la sacerdotessa del meriggio. Poi, rivolto ad Hagall: [Ardal vi attaccherà intanto.. E voi dovrete Schivare, non parare]. Dice, piazzandosi dove possa avere una perfetta visibilità ma che non intralci nessuno (//Correzione: avvicinato su quello stesso LATO). [//Vi raccomando e ricordo di usare il condizionale. Se serve missivatemi ^_^ ].


Ardal sgrana gli occhi alla richiesta di Rakashin, per poi guardare Hagall in cerca di aiuto. Ma lei, seria, annuisce dandogli il proprio consenso ad attaccarla. Lui, non prima di aver indirizzato una preghiera mentale alla Dea, si muove verso la Somma dopo aver estratto una coppia di pugnali, uno per mano. Si ferma a 60 cm da lei e, avanzando col piede sinistro, si china in avanti distendendo il braccio destro per cercare un affondo verso il suo addome alto.

HAGALL { Giardini Esterni . Arena . FU } ? { Non sente ciò che Rakashin sussurra ad Ardal, ma dallo sguardo terrorizzato del gregario può intuirlo. Le parole che l’Eldar rivolge infatti a lei, poco dopo, le confermano ciò che pensava. Così annuisce e si prepara. Ardal si è preso cura di lei durante l’incubo di una visione molto violenta e potente, sa che non vorrebbe mai farle del male. Ma deve comprendere che rischiare di colpirla ora potrebbe salvarle la vita in futuro. Così accetta e parte. Hagall resta concentrata su quanto accade e richiama alla memoria quanto le ha insegnato Gildor una volta. Immediatamente, il piede sinistro della Somma verrebbe fatto retrocedere di un passo. La spalla sinistra verrebbe condotta anch’essa all’indietro mentre la destra farebbe il movimento opposto muovendosi in avanti. Il busto ruoterebbe seguendo l’imperativo delle gambe e delle spalle, e la posizione di arrivo dovrebbe essere speculare a quella di Ardal, con i loro petti che si guardano. Le braccia verrebbero invece aperte in modo da non trovarsi fra i loro corpi. La spada continuerebbe a esser tenuta con la lama verso l’alto, per ora inutilizzata. Infine, se tutto andasse secondo questa manovra, compirebbe un ulteriore passo indietro col piede destro, per allontanarsi dal “nemico”, tornando nella posizione di partenza, ma ad un passo di distanza da lui. (//Agilità +1) }

INWE [Giardini esterni] E' troppo impegnata ad aprire e serrare un dito dopo l'altro attorno all'elsa della spada lunga per dedicare anche solo un briciolo d'attenzione alle parole che Rakashin rivolge ad Ardal: chissà perché, era convinta che l'acciaio pesasse molto meno di quel che può effettivamente sperimentare ora. Quando l'Areldar si sposta verso di lei, invitando Roseline a raggiungerlo, istintivamente deglutisce: bene, ci siamo. La memoria tenta di richiamare la spiegazione che lo stesso Rakashin tenne sui possibili colpi da portare, ricordando il tondo dritto e come eseguirlo: improvvisamente è perfettamente consapevole della postura del proprio corpo, della mancanza di inciampi nel terreno su cui si trovano e della posizione della magra figura della Sapiente, ormai a tre metri da lei. La guarda, ma al contempo cerca di sgombrare la mente e limitare la percezione che ha di lei come una propria sorella: in questo momento vorrebbe vederla come un'avversaria e null'altro [Volontà liv.1]. L'aria serale le gonfia i polmoni un paio di volte prima che le ginocchia si flettano appena, e subito dopo venga tentato il primo passo in direzione di Roseline: velocemente, andrebbe a muovere per primo il piede destro, quindi il sinistro, approfittando del cambio di peso per ruotare il busto quasi perpendicolarmente rispetto alla posizione iniziale [Agilità +1]. Al contempo andrebbe a caricare il colpo allargando il braccio armato – avendo cura di tenere la lama parallela al terreno – senza però arrivare a portarlo in linea con il piede destro ancora arretrato: mirerebbe al braccio sinistro di Roseline, nel tornare a ruotare il busto in senso opposto rispetto a prima e cercando di scaricare il colpo, da destra verso sinistra, all'altezza del gomito, nella sua personale interpretazione di un tondo dritto. Non è particolarmente forte, la mezzosangue, ed a dirla tutta punterebbe più sullo slancio che non sull'effettiva tecnica perché il colpo vada a buon fine.

ROSELINE { Giardini esterni }{ FU }{ Fissa Rakashin con occhi grandi, immensi, a metà tra il disgustato e lo sfiduciato. Ma come diamine le è venuto in mente? Solleva con la mano libera la gonna nell'avvicinarsi a lui, portandosi a tre metri frontali da Inwe e osservandola bene. Annuisce in sua direzione, come ad incoraggiarla, chè le figlie della Dea sono abituate a prove del genere. quanto al tenere una spada in mano, questo invece rappresenta - almeno per la regina - una notevole novità } ce que le diable dois-je faire ? { Mastica in francese, tra i denti, con una nota di lieve panico. La presa sull'elsa vorrebbe farsi più salda, e il polso dovrebbe ruotare verso l'alto, in un movimento antiorario, per portare il pomo dell'arma perpendicolare al terreno. Il braccio trema sotto il peso dell'acciaio, ma resiste [Resistenza +2] e la mutaforma stringe i denti } Pare facile... { borbotta ancora, sorda e cieca a quanto compie poco distante la Somma Stella e concentrandosi ora del tutto sulla Sacerdotessa. Quando lei parte all'attacco, la mente si svuota [volontà +3] Niente pensieri inutili, solo il cieco istinto di sopravvivenza che in chi come lei divide corpo e anima con due bestie è terribilmente forte. Tenterebbe dunque, in un movimento quanto più rapido possibile, inclinando la spada di circa 30° gradi in avanti, di intercettare il colpo della mezzelfa muovendo l'arma dal basso verso l'alto, tentando di deflettere quella altrui. Tutto questo accompagnato da un grido potente, che riecheggia tutt'attorno, mentre ancora tiene le gambe leggermente divaricate e i piedi ben saldi sull'erba }

RAKASHIN [Giardini esterni] Ardal si porta in avanti, fino a fermarsi proprio di fronte ad Hagall che ha fortunatamente posizionato il piede sinistro in partenza, e quando il nordico l'attacca lei retrocede col piede opposto ruotando il busto e allontanando sè stessa dall'arma nemica, che però sfilerebbe verso sinistra colpendo di striscio il fianco dritto della somma stella. Ardal si dimostra n capace guerriero e Hagall veloce abbastanza da sfuggirgli. Il Noldor poi ordina: [Attaccate, Somma. Provate uno sgualembro, ma roverso. Mirate al punto che vi sembra più accettabile e prima posizionatevi alla giusta distanza per colpire col Debole della spada]. Sospira, senza avvicinarsi a nessuna di loro ma senza mai smettere di osservarle, in modo da capire dove sbaglino. La Somma è attualmente ad 1,3 m da Ardal. Inwe a sua volta, poco lontano dal Noldor, carica la sua avversari: la Regina in persona. Per questa notte non ci saranno amici e nemici, ma solo compagni d'allenamento, con cui condividere gioie e dolori. Carica a testa bassa la mezzosangue, e già quando parte l'Eldar la 'sgrida' con gentilezza inaspettata: [Inwe, dovete posizionare bene la spada in partenza. L'impugnatura deve essere alla giusta altezza, e il gomito deve sorreggere il peso dell'arma] le spiega, con l'intento di vederla in seguito riprovare a posizionarsi meglio, dichiarando dove vada posto il polso e il gomito durante la partenza dell'attacco. Infine la mezza giunge ad una distanza non perfetta da Roseline, riultando leggermente troppo lontana per poterle davvero nuocere ma il colpo parte eccome. Non comprende le frasi pronunciate dalla Sapiente e non intende comunque risponderle. Ora è sola, contro l'arma di Inwe che sfila verso di lei. Lei posiziona bene l'arma in difesa, e il rumore metallico dello scontro è assordante. Ma non oppone nessuna forza in direzione opposta, nè con il braccio nè tanto meno con busto o spalla, tanto che lo slancio dello spadone della mezzelfa finisce con lo scalfine il braccio mancino e la veste, creando un leggero squarcio poco sopra il gomito della Regina. E' ad ella che si rivolge il Noldor, capendo che l'errore non è stato di distrazione ma di errata postura: [Attenzione, mia Regina. Lei vi ha attaccato sul lato scoperto, il sinistro. Dovevate posizionare meglio la vostra arma e cercare di spingere in direzione opposta rispetto al colpo, quindi da destra verso sinistra]. Parla a voce alta, sovrastando il rumore delle armi. Poi prosegue: [Vi raccomando: un colpo non dipende solo dal braccio che si muove. Dipende dalla forza che imprimete con le spalle, dalla giusta posizione dei piedi per equilibrarvi, e dalla rotazione del busto. Dovete essere dinamiche e letali, sarete come ramoscelli al vento, vi piegherete senza mai spezzarvi e il contraccolpo sarà implacabile]. Mezzelfa e animorph sono a 1,5 metri di distanza, poichè Inwe ha sbagliato l'avvicinamento. A quel punto il Noldor aggiunge in loro direzione: [Roseline colpite con affondo, Inwe parate usando la spada e intanto schivate. Attenzione alle distanze]. (//Consiglio importante: usate i METRI e non i passi. Dovete dire di quanto vi avvicinate, o a che distanza vi fermate. Il resto è tutto scritto in On ^_^ ).

HAGALL { Giardini Esterni . Arena . FU } ? { Sorride al gregario ed annuisce di nuovo, ma stavolta nel suo sguardo vi è fierezza. Egli ha svolto bene il proprio compito ed ora tocca a lei attaccarlo. Ciò che la tranquillizza è il fatto che egli sia esperto nel combattere quindi non si farà certamente colpire da lei che sta invece imparando. Fra loro vi sono 1,3m di distanza e lei è ancora nella posizione di partenza: gambe divaricate, ginocchia leggermente flesse, lama verso l’alto e busto piegato impercettibilmente in avanti. Rakashin da nuove istruzioni e lei esegue. Per prima cosa si sposta in avanti, colmando parte di quella distanza. Partirebbe col piede destro e si fermerebbe a circa mezzo metro da Ardal. A quel punto sposterebbe il piede destro in avanti, flettendo leggermente la gamba ma spostando il peso sulla sinistra, che resterebbe indietro, posato sulla punta che guarderebbe l’esterno. Il busto verrebbe leggermente flesso all’indietro, in modo da compiere una rotazione antioraria. Il braccio sinistro si muoverebbe esternamente verso sinistra, piegandosi per bilanciare il braccio destro. Questo infatti verrebbe piegato e portato obliquo verso l'alto a sinistra, in senso antiorario. La mano destra, reggendo la spada, ruoterebbe (col polso) in senso antiorario per far si che il colpo venga inferto col debole della lama. Questa, tenuta obliqua rispetto al suolo avrebbe la punta a sinistra all’esterno, rivolta verso l’alto. Infine il colpo parte: usando il piede destro come perno, Hagall poggerebbe sulla punta per distendere poi la gamba destra mentre avanza con la sinistra. Il peso si sposterebbe da una gamba all’altra. Il busto eseguirebbe una rotazione oraria completa, per poi piegarsi leggermente in avanti. Il braccio sinistro nel frattempo resta esterno, piegato, mentre il destro seguirebbe il moto del busto, ruotando diagonalmente dall’alto a sinistra verso il basso a destra. Se tutto dovesse procedere, il debole andrebbe a colpire la spalla destra di Ardal (//Agilità +1)}

RAKASHIN //Aggiungo: ricordate dove avevate la spada l'ultima volta, e da li riposizionate.

ROSELINE { Giardini esterni }{ FU }{ La Spada di Inwe le squarcia l'abito e le incide la carne, in un taglio che non è profondo ma che brucia di sconfitta. Annuisce appena alle parole di Rakashin, i denti stretti e la volontà protesa a non lasciar trasparire cedimento o debolezza [volontà +3] } Ho capito { Chiosa in risposta, e nelle sue parole l'altro potrà percepire non soltanto il classico accento francese, ma anche una determinazione notevolmente accresciuta nel giro degli ultimi minuti, come se fosse lo Spirito del Lupo a dominarla adesso, e non più l'indolenza della gatta che sorveglia di norma il suo animo } Ebbene en garde, ma chère! { Esclama, studiando bene quel metro e mezzo di distanza che le separa. Quindi farebbe per portare la spada inclinata parallela al terreno, il braccio flesso nel gomito e vicino, ma non attaccato, al busto. Muovendosi rapida tenterebbe di coprire mezzo metro di distanza a grandi passi, caricando al contempo il colpo non solo spingendo il gomito all'indietro, ma aprendo nella stessa direzione la spalla destra e rotando il busto in senso antiorario, affinchè possa imprimere maggior forza al colpo. Nel caso fosse riuscita a raggiungere il metro di distanza dalla mezzelfa proverebbe a scaricare tutta la forza che ha nell'affondo che vorrebbe colpire il fianco sinistro della Sacerdotessa, portando in avanti il braccio e accompagnandolo con una lieve torsione oraria del busto e dalla spalla che torna in avanti, aggiungendo alla forza - di per sè esigua - acnhe il proprio peso (altrettanto misero, ma meglio di niente) tentando al contempo di resistere al dolore della lieve ferita e e al peso dell'arma [resitenza +2 - volontà +3] }

INWE [Giardini esterni] Come c'era da aspettarsi, non è certo stato il migliore tondo dritto della storia di Avalon, ma è stato il primo mai sferrato dalla mezzosangue che ora, ad 1,5 m da Roseline, cerca di raccapezzarsi riguardo ciò che è accaduto. Il clangore delle armi le risuona ancora nelle orecchie, dopo essere esploso all'incrociarsi delle lame, tanto da costringerla a socchiudere gli occhi per un istante, frastornata [Ipersensibilità]. L'elfo ha spiegato con gentilezza i suoi errori e quelli di Roseline, ma ciò che è fatto è fatto e ora come ora può soltanto sfruttare le mancanze passate per migliorarsi. Quando torna a sollevare le palpebre, gli occhi corrono alla leggera ferita che ha aperto sopra al gomito della Regina, riempiendosi di repentino pentimento: sono solo pochi secondi, però, perché ora è lei ad essere sotto attacco della francese, e non vuole sprecare l'occasione di mettere in pratica i frutti del primo colpo. Aspetta Roseline a gambe leggermente aperte, il piede destro appena più avanti del sinistro, e flesse quel tanto che basta a conferirle sufficiente dinamicità: la spada, dalla sua posizione parallela al terreno e pressochè frontale, dopo aver scalfito Roseline, verrebbe inclinata nuovamente verso l'alto fino ad un angolo di circa 70° grazie al piegarsi del gomito, fermatosi all'altezza del fianco, ed il ruotare del polso in senso antiorario dovrebbe tornare a mostrarne il taglio all'avversaria. Non capisce mezza parola di quelle che pronuncia la Sapiente, ovviamente, ma è chiaro come ella sia ben determinata a restituirle il favore: si concede un mezzo sorrisetto nervoso, che svanisce non appena la vede caricare. Istintivamente, la sinistra correrebbe all'impugnatura, ancora ferma all'altezza dello sterno, all'incirca, per fornire un maggiore sostegno contro il colpo in arrivo posizionandosi appena sotto la dritta: scorgendo la lama puntare il proprio fianco sinistro, cercherebbe di compiere un piccolo passo con il piede destro, andando incontro a Roseline ma ruotando il busto in senso antiorario quel tanto che basta a sottrarre l'obiettivo dalla mira della lama. La propria spada, nel mentre, verrebbe appena abbassata e portata quanto più velocemente possibile sul lato sinistro sotto attacco, sempre tenuta da ambo le mani, per poi risalire verso destra così da cercare di incrociare di taglio quella della Sapiente e bloccare il colpo, oltre che con la lama stessa, anche grazie allo slancio concesso dal busto ruotato che cercherebbe di riportare frontale rispetto alla francese.

Ardal che proprio nuovo non è ai combattimenti capisce che Hagall ha sbroccato sulle distanze. Se da quella distanza colpisse Ardal con un roverso, lo ucciderebbe direttamente. E lui ha solo armi corte. Per questo il nordico agisce d'istinto, colmando la distanza con la somma stella, e praticamente saltandole addosso. La urta e il colpo di Hagall va a vuoto, e in tutto ciò la sacerdotessa viene sbilanciata all'indietro.


RAKASHIN [Giardini esterni] Tutto si svolge rapidamente intorno a lui, e senza alcun dubbio è soddisfatto di quello che sta succedendo. Le sacerdotesse sono ottime allieve e non mostrano supponenza di alcun tipo. Per questo la mano destra dell'Areldar sale lentamente fino ad incontrare l'impugnatura della sua lama elfica. Con un movimento verso l'alto e verso destra in contemporanea, compiendo un semicerchio per aria, cerca di sfoderare l'arma, portando con l'impugnatura all'altezza del fianco destro poco sopra l'anca. Anche lo scudo viene sciolto dai suoi legacci, e cerca di imbracciarlo afferrandolo con la mano sinistra. Questa, afferra con decisione l'impugnatura sul retro dello scudo, allacciandosi con il polso ai legacci nascosti agli occhi degli altri, e con questo copre il fianco sinistro dalla spalla in giù. Avanza in mezzo alle donne, osservando le loro movenze e i loro miglioramente ad ogni colpo portato o in difesa. Hagall rischia di uccidere, o per lo meno ferire malamente il povero Ardal, ma questo è sveglio e riesce ad evitare i danni massicci accorciando le distanze, così che il polso destro della Somma urti semplicemente contro il fianco destro del nordico e la spada rimarrebbe circa parallela al terreno, con la punta in avanti. L'Eldar prorompe con la sua voce musicale in mezzo al rumore di combattimento: [Signora del Lago, non è il caso di cercare di decapitare i vostri inservienti]. Roseline intanto si dimostra forte, non arrendendosi al primo errore, e riprendendosi in fretta. C'è solo un piccolo difetto durante il posizionamento dell'arma, ma niente di colossale. Però scarica abbastanza bene, sebbene non si pieghi in avanti per accompagnare al meglio il colpo. La spada della Sapiente corre così verso il fianco sinistro della Sacerdotessa di Arianhrod. Rivolto verso Roseline esclama: [Non male, milady]. E' infine però Inwe a lasciarlo basito, con quella difesa a dir poco da guerriera. Ora capisce perchè lei è una sacerdotessa del meriggio, del ramo guerriero del tempio.. Spazza via la lama di Roseline verso il basso a destra (della Regina), così che ora la punta della sua arma punti in quella direzione. Rimane col fiato mozzo, e il suo silenzio è meglio di qualsiasi complimento possibile. Infine dice alla coppia di donne: [Inwe, provate a disarmare Roseline, e voi, Regina, cercate di evitarlo e di contrattaccare come meglio vi riesce]. Intanto avanza in mezzo a quella mischia furibonda, dove ormai armi e sangue si mescolano. Il suo sguardo si sposta su Hagall, a cui dice: [Attaccate me e poi difendetevi dal mio prossimo colpo..] commenta sopravanzando con il piede sinistro il gemello, flettendo le ginocchia di quanto basta e mostrando la 3/4 sinistra all'animorph. E' a 4 metri da quest'ultima, e la guarda con aria di sfida, difeso dal suo scudo che lo ripara sul fianco sinistro dalla spalla in giù.La sua spada punta in alto, leggermente con la punta avanzata e tendente a destra.

RAKASHIN //Cerridwen, pardon


HAGALL { Giardini Esterni . Arena . FU } ? { Durante il movimento compiuto per attaccare Ardal, qualcosa le duole. Sembra quasi una puntura, come se ci fosse sotto gli abiti una spina. Non ha tuttavia il tempo di controllare, perché è impegnata ad agire, quindi per il momento resiste a quel dolore al fianco destro (//Volontà +3). Il suo colpo va però a vuoto, poiché Ardal, notando da subito che la Somma era troppo vicina, cerca di bloccarla andandole addosso. Lei accusa il colpo, e la ferita annuncia la propria presenza con più insistenza. Dev’essere stato il pugnale del gregario pocanzi. Stringe i denti e non dice nulla, cercando piuttosto di non cadere all’indietro. Per farlo tenterebbe di arretrare prima col piede destro, poi col sinistro e così via finchè non sente di aver fermato la spinta proveniente da davanti. Ardal comunque l’aiuta, afferrandola con entrambe le mani dietro la schiena senza ferirla } Perdonami { dice lei prontamente, sentendo le inquietanti parole di Rakashin. Lui la rassicura e subito torna in postazione, in attesa di nuove istruzioni. Ma quando queste giungono, il gregario deve farsi da parte. L’Eldar decide infatti di sostituirlo come avversario per la Somma. Lei annuisce e torna in postazione: con una breve corsetta si avvicina a Rakashin, fermandosi ad poco meno di un metro da lui. Nel farlo si sposta leggermente verso destra, in modo da ridurre il punto cieco prodotto dallo
//avvicinerebbe – sposterebbe
scudo di lui. Il piede sinistro verrebbe trascinato in avanti, il ginocchio flesso e il peso trasferito a destra. L’altra gamba resta indietro, sempre leggermente divaricata rispetto all’altra e sempre con la punta, unica parte poggiata, rivolta verso l’esterno. Il busto subirebbe una lieve flessione all’indietro, seguita da una rotazione in senso orario. Per quanto riguarda le braccia: il sinistro si posizionerebbe in avanti, piegato, per bilanciare i movimento del desto che, tendendosi si allargherebbe verso l’alto, esternamente, in linea con le spalle. Nel frattempo, il polso destro ruoterebbe in senso orario: a puntare Rakashin vi è il filo della spada, la cui lama guarda verso l’esterno destro, tendente all’alto. Si concentra e cerca di non commettere errori, stavolta. Quindi nuovamente, come pocanzi, il piede sinistro fungerebbe da perno, e quello destro avanzerebbe superandolo. La spinta provocata condurrebbe il busto a ruotare completamente in senso antiorario, in inclinandosi in avanti. Cerca il punto più scoperto di Rakashin e decide di portare il braccio sinistro verso l’esterno, per poi lasciare che il destro prosegua il movimento del busto, in senso antiorario dall'alto verso il basso, da destra a sinistra, nella speranza di colpire l’avambraccio con cui Rakashin regge la spada (quindi il destro) come se volesse mozzarlo con il filo dell’arma. Se riuscisse nelle azioni precedenti, tenterebbe di usare il medio della lama. Infine, prevedendo un possibile attacco di lui, tenterebbe di arretrare celermente di un paio di metri, prima col piede destro, a cui seguirebbe il movimento del busto in senso orario, e poi col sinistro e così via fino alla distanza desiderata, in modo da cercare di togliersi dalla sua traiettoria. Se riuscisse, proverebbe a fermarsi con le gambe divaricate, i piedi in linea con le spalle e la spada con la punta verso l’alto, inclinata in avanti come il suo busto (//Agilità +1)}


INWE [Giardini esterni] La manovra riesce, con suo stesso stupore, e l'acciaio di Roseline non arriva a morderle le carni: non sente commenti da parte di Rakashin, ma non ha modo di voltarsi per interrogarlo a voce o con lo sguardo che già arriva la successiva direttiva. Nonostante abbia avuto successo, non è del tutto certa di ciò che ha compiuto e, da brava insicura, vorrebbe averne conferma dal maestro, che tuttavia tace. Non immagina quanto in realtà la cosa sia positiva, ma probabilmente ci arriverà con il tempo e le eventuali lezioni future. Dunque, ora tocca a lei attaccare, cercando di disarmare Roseline: al momento la propria spada sarebbe ancora inclinata verso sinistra, sostenuta da entrambe le mani, ma il busto dovrebbe essere tornato pressoché frontale. Cercherebbe di riguadagnare le distanze compiendo un paio di passi indietro, possibilmente senza inciampare, e tornando a posizionare la lama come prima grazie alla rotazione del polso e lo spostamento del braccio: l'impugnatura all'incirca all'altezza dello sterno, la lama, punta verso l'alto, inclinata di una settantina di gradi, il gomito piegato a sorreggerla fisso all'altezza del fianco. Se l'obiettivo è disarmare Roseline, riflette, allargando appena i piedi e flettendo le gambe, potrebbe sfruttare proprio su quel piccolo taglio già andato a segno: andrebbe perciò a compiere un primo passo con il piede destro verso la Regina, coprendo presumibilmente la metà della distanza che le separa (//arriva a 50 cm di distanza?), e di nuovo, nel cambiare peso sul sinistro, andrebbe a caricare un colpo da destra. Questa volta, però, l'impugnatura verrebbe alzata e sostenuta più in alto rispetto al colpo precedente, arrivando all'altezza della spalla, il gomito mantenuto allo stesso livello ed il polso ruoterebbe così da offrire il taglio all'obbiettivo: punta ad attuare uno sgualembro dritto, caricato con l'aiuto di una leggera rotazione del busto in senso orario e della spalla, arretrata e per questo possibile fonte di forza. Di nuovo, la forza che mette nel colpo non è straordinaria – non punta certo a fare seriamente del male a Roseline – e punterebbe più sull'istinto e lo slancio che non su di essa per arrivare a colpire il braccio destro della Sapiente, probabilmente più in alto rispetto al primo colpo. Vorrebbe arrivare ad impegnare la lama con quella della Regina, forse, ma a dirla tutta neppure lei ne è ben certa: ora come ora, non sa quale sia il miglior modo per disarmarla.



Riassunto: In un cerchio di fuoco posto nei giardini del tempio, tre sacerdotesse con gli inservienti attendono l'arrivo di Rakashin. Come promesso lui le allena, coinvolgendole in uno scontro a coppie: Roseline contro Inwe e Hagall contro un inserviente (Ardal). Solo alla fine l'Eldar si unisce alle danze e si lascia attaccare da Hagall.


Commento: era la prima volta che mi capitava di fare una cosa simile. Si sono tutte impegnate moltissimo e ci siamo divertiti tutti. Anche se poteva essere una giocata potenzialmente noiosa, ho visto che ognuna di loro ha fatto la propria parte.
Grazie alle mie fantastiche compagne di role, spero si replichi al più presto.



Rakashin
00giovedì 21 maggio 2015 11:08
Parte finale
ROSELINE { Giardini }{ FU }{ Non c'è tregua: neppure il tempo di bearsi di quel ''Non male!'' , di per sè è un gran bel risultato, che la Regina deve tornare a difendersi. Terrebbe i piedi ben piantati al suolo, leggermente divaricati al fine di garantirsi maggior stabilità. Dunque farebbe per sollevare la punta della spada verso l'alto, l'elsa rivolta al terreno, con un'angolazione di circa 60 gradi. Cosa fare ora? Opporsi al colpo le pare l'unica soluzione, e dunque la Sapiente tenterebbe in contraccolpo allo sgualembro di Inwe, di intercettarlo con un movimento ad arco che muove dall basso verso l'alto, dall'interno verso l'esterno, da sinistra (lì dove l'inclinazione della punta è rivolta) verso destra. Nel caso in cui il clangore metallico dovesse tornare a fari udire denotando lo scontro delle lame la Regina tenterebbe di imprimere quanta più forza nel suo movimento ad arco, aiutandosi anche con una spinta della spalla destra sbilanciando lievemente - si spera non abbastanza da perdere l'equilibrio - il proprio appunto verso destra, di modo da offrire al contraccolpo pure il suo peso oltre che la propria forza. A denti stretti, farebbe di tutto per non cedere nè al taglio sul braccio [Resistenza +2] nè alla stanchezza, o al peso dell'arma. Il suo obiettivo è quello di evitare di essere disarmata, elo persegue con tenacia [volontà +3] }

RAKASHIN [Giardini esterni] Hagall si raddrizza, eccome se lo fa, riequilibrandosi anche grazie all'inserviente nordico che la sostiene. Poi corre, spostandosi leggermente verso destra, ovvero verso la sinistra di Rakashin. Forse intende spezzare la sua difesa, o aggirare lo scudo, ma quello che conta è che la spada di Hagall punti proprio in partenza esattamente verso l'elfo. Questo la lascia fare, attendendo fino all'ultimo la mossa avversaria. Hagall si avvicina fino a giungere ad un 1 metro, poi scarica un colpo che va dalla sua destra a sinistra, con l'intenzione di colpire il braccio destro dell'elfo che però è sul lato opposto. Il colpo della sacerdotessa sfila da destra a sinistra, e verso quella direzione prosegue, con la punta della spada che gratta contro lo scudo elfico. L'Eldar si limita a lasciar passare l'arma nemica, e attende, finchè Hagall non si riposiziona a due metri da lui con la spada alta e in avanti. E' il turno del Noldor, che avanzerebbe di circa 80 cm in direzione di Hagall, ma con una traiettoria diagonale alla propria destra, in modo da vedere il fianco sinistro della Somma, il meno protetto. Ruotando il polso destro in senso orario fa in modo che il suo prossimo colpo sia di piatto e non di lama, e in quel momento, cercando di mantenere l'arma nella posizione scelta poc'anzi -larga verso destra, alta e in avanti-, lascerebbe partire il proprio colpo: un tondo diritto leggermentene tendente verso il basso, che scorre da destra verso sinistra, e cerca di colpire in quel modo il braccio sinistro, poco sotto la spalla, la Signora del Lago, facendo impattare il piatto della sua arma sulla pelle di lei. Durante la traiettoria, accompagna quel movimento con una rotazione in senso antioraria del busto, e amplificandolo con la forza derivante dalla potenza impressa dalla spalla {Potenza -1}. Il colpo non è molto forte nel suo insieme, ma scorre rapido e preciso {Destrezza di Tulkas Agilità liv 3}. Infine però si ferma da solo, conscio che probabilmente non sarebbe possibile per Hagall pararlo. Quindi, a pochi centimetri dal braccio mancino della sacerdotessa, si ferma la spada dell'Eldar. Intanto, voltandosi, vede lo svolgersi del combattimento tra Inwe e Roseline. La prima ha problemi a spostarsi (//Usa i metri, non i passi) in generale, ma riesce a rimettersi in sesto per colpire. Il problema è che con un colpo dritto, da destra, non le sarà possibile colpire il polso destro di Roseline, essendo quello 'nascosto', quindi il suo colpo sfila da destra a sinistra andando a vuoto e non colpendo nulla. Lo stesso errore lo fa Roseline, che di fatto spazza l'aria a sua volta. Con questo ultimo errorino l'Areldar decreta: [Basta così. Siamo tutti stanchi. Come prima volta basta e avanza!]. Rinfodera scudo e spada, posizionandoli nuovamente sulla schiena. Poi si inchina alla Somma e alla Sovrana, salutando tutte le tre sacerdotesse con un cenno del capo e : [Aluvè], scegliendo il dialetto degli oscuri. Infine si allontana, lasciando le sacerdotesse a risposare le loro membra.

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