LA GUERRA DEL FUMO

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matthew76
00mercoledì 5 gennaio 2005 11:55
Fumo, pronti i ricorsi contro legge
I ristoratori si appellano al Tar


I ristoratori ricorrono al Tar contro la legge antifumo. La Fipe ha incaricato due esperti costituzionalisti, Antonio Baldassarre e Giovanni Pitruzzella, di redigere il materiale da presentare alla giustizia amministrativa contro la responsabilità oggettiva da parte del ristoratore, ovvero il suo obbligo di denuncia del cliente trasgressore, pena una salatissima multa. Il testo sarà consegnato alla Fipe la prossima settimana.

E' stata proprio la Fipe a dare la notizia, precisando che "va così avanti la protesta contro la circolare a firma del ministro della salute Girolamo Sirchia che ha reso una legge condivisa dalla Fipe-Confcommercio sulla tutela della salute degli italiani dal fumo passivo del tutto inapplicabile".

I gestori dei locali pubblici portano avanti così la loro protesta contro il provvedimento normativo, che ritengono non solo inapplicabile, ma anche "ingiusto, perché - ha precisato il direttore generale di Fipe-Confcommercio, - commenta Edi Sommariva - ristoranti e pizzerie vengono additati come unici luoghi pubblici a cui deve estendersi il divieto. E ci si dimentica che fabbriche e soprattutto uffici sono a divieto di fumo tanto quanto pub e discoteche".

"E' notizia di oggi - ha continuato Sommariva - che il ministero della Salute e l'Istituto superiore della Sanità hanno messo a punto un protocollo di indagine per valutare se l'introduzione della legge è in grado di ridurre l'esposizione al fumo passivo delle persone che frequentano i locali pubblici. Mi domando: e gli uffici? Perché l'indagine verrà svolta solo nei posti in cui ci si ferma per il tempo di un caffé e non riguarda i posti dove invece si trascorrono otto o più ore al giorno?".

Sigarette più "inquinanti" di auto
Iss: locali chiusi peggio delle strade


Le sigarette peggio dello smog prodotto dalle automobili. Lo dicono i risultati della ricerca sul fumo passivo condotto a Roma dall'Istituto superiore di sanità, secondo il quale i luoghi chiusi in cui si fuma sono più inquinati rispetto alle strade urbane trafficate. La concentrazione di particelle dannose può essere da 10 a 30 volte superiore. Più dannosa l'aria respirata in sale giochi, pub e ristoranti con scarso ricambio d'aria.

L'indagine è stata condotta in collaborazione con l'università La Sapienza di Roma, il dipartimento di epidemiologia dell'Asl Roma E e l'Asl Roma D, in vista della prossima applicazione della legge sul fumo. "E' la prima volta che l'inquinamento dovuto al fumo passivo viene effettivamente misurato e non soltanto stimato", afferma il presidente dell'Iss, Enrico Garaci. "I nostri esperti, infatti, sono andati in 40 locali divisi tra bar, fast-food, ristoranti, sale giochi e pub e con un'apposita apparecchiatura hanno rilevato le particelle fini inquinanti rilasciate dal fumo di sigaretta. Ciò ha permesso di verificare che i livelli di pericolosità più alti si riscontrano nei ristoranti, sale giochi e pub, dove il ricambio d'aria è inferiore e dove si è riscontrata una concentrazione di particelle da 10 a 30 volte superiori ai livelli stradali", ha aggiunto.

"Tutto questo dimostra - ha spiegato ancora Garaci - come il rispetto dell'applicazione della legge, che sarà a breve in vigore, possa essere in grado di tutelare la salute di tutta la collettività, soprattutto la più indifesa che è quella giovanile ". Il rischio, infatti, è significativamente più alto per giovani e adolescenti. "Nei locali dove è minore il ricambio d'aria e dove i clienti stazionano più ore come ristoranti, sale giochi e pub, i livelli di inquinamento sono estremamente alti, dieci volte di più nei ristoranti, venti di più nelle sale giochi e trenta nei pub - aggiunge Zuccaro - Questi dati sono importanti perchi dobbiamo tener conto non solo della concentrazione delle particelle tossiche presenti nei locali, ma anche di quanto tempo vi soggiornano i consumatori. I giovani, in particolare, passano molte ore nei locali a più alta densità di fumo come, per esempio, le sale giochi o i pub".

fonte: TgCom

c'è qualcuno che fuma in questa spiaggia?
dal 10 gennaio... [SM=x531207] [SM=x531207] [SM=x531220] [SM=g27820]

mat
eliana80
00mercoledì 5 gennaio 2005 12:20
io non fumo e sono troppo felice, già ieri sera nel pub dove sono andata hanno chiesto di non fumare [SM=x531201] [SM=x531201]
matthew76
00mercoledì 5 gennaio 2005 12:22
nel pub in cui sono andato io ieri sera invece qualcuno ancora fumava... [SM=x531213] [SM=x531213]
Matuelle
00mercoledì 5 gennaio 2005 15:40
Personalmente depreco questo genere di provvedimenti.
Nonostante tutto, nonostante io non sopporti il fumo, provo orrore per ogni eccessiva ingerenza dello stato negli stili di vita, anche biasimevoli, purchè non criminali, di ogni cittadino.
E' vero che il fumo passivo può far male, anche se non vi sono prove certe che esso induca una sensibile maggior incidenza di tumori polmonari tra gli esposti (a differenza di quello attivo, per il quale i dati statistici sono incontrovertibili: il rapporto fumatori attivi/non fumatori è schiacciante).
Sono assolutamente giuste le campagne antifumo ed è sacrosanto far ricadere sui fumatori i costi dell'assistenza a cui dovranno andare incontro: attraverso il prezzo delle sigarette, ormai non lontano, peraltro, dal coprirlo interamente.
Ma provvedimenti di tipo proibizionistico, finalizzati a tutelare i non fumatori dai rischi del fumo passivo, restringono anche, significativamente, e pericolosamente, la libertà di tutti.
Qualche esempio ?
Bene, allora proviamo a vedere cosa succederebbe se noi applicassimo principii di rigida prevenzione sanitaria, relativi a tutte le malattie i cui costi sociali sono elevati.
Cominciamo con le malattie cardiovascolari, che rimangono la principale causa di morte e di invalidità nel nostro paese.
Per cominciare, occorrerebbe obbligare, per legge, ogni cittadino di sesso maschile sopra la trentina ed ogni donna in età postmenopausale, a sottoporsi a test annuali comprovanti i valori di colesterolo totale e colesterolo "buono".
La vendita e l'acquisto di formaggi, burro, cibi fritti, carni rosse, panna, bignole e torte, croissant etc. dovrebbero essere permessi solo entro i limiti elaborati dal medico di base a ciascun utente, sulla base di precise tabelle fornite dal ministero della salute.
Ogni cittadino si vedrebbe attribuito un punteggio, in funzione del quale egli dovrebbe poter acquistare, mediante presentazione di tessera, da compilarsi e firmare da parte del negoziante, valida per tutto il mese, solo una certa "modica quantità" di questi prodotti.
Nessuno dovrebbe poter superare una certa soglia per tali acquisti, e l'esercente, sotto la sua responsabilità, dovrebbe rifiutarsi di vendere, ad esempio, uova oltre i limiti indicati sulla tessera, pena multe salatissime a lui e all'acquirente.
Divieto assoluto di vendita di qualsiasi bevanda alcoolica nei supermercati e presso qualsiasi altro esercizio di vendita; nei ristoranti, limite di assunzione di un bicchiere di vino (o 0,4 l di birra leggera) per chi si dichiari (attestandolo e sottoscrivendolo al proprietario) guidatore di una comitiva o di un gruppo. Per tutti gli altri, limite massimo compreso entro i trentacinque grammi di alcool a pasto per gli uomini e venti per le donne (rispettivamente due e un bicchiere di vino, 0,8l e 0,5l di birra).
Assoluto divieto, per chiunque sia affetto da influenza, raffreddore o qualsivoglia altra malattia virale (le malattie virali sono contagiose, non hanno cure specifiche ed anche un comune raffreddore può avere, sebbene rare, complicazioni mortali o invalidanti) di presentarsi in qualsiasi ambiente pubblico, pena l'arreso e l'obbligo alla quarantena in ambienti isolati e protetti ed il pagamento di pene pecuniarie.
Divieto di acquisto di scarpe, senza un preventivo giudizio dell'ortopedico, giudizio recante l'indicazione specifica al tipo di scarpa adeguato al soggetto: ovvia prevenzione dell'artrosi del piede, del ginocchio e dell'anca, oltre che che dell'alluce valgo e di una moltitudine di altre patologie ossee ed articolari connesse con la scorretta deambulazione.
Multe etc., naturalmente.
Prevenzione del melanoma ed altri tumori della pelle: ogni stabilimento balneare dovrà dotarsi di un dermatologo che attesterà la quantità di irradiazione solare consentita per ogni individuo, rilasciando apposita tessera da timbrarsi all'ingresso ed alla uscita da ogni stabilimento da parte del bagnante. Pena, in caso di omissione, la chiusura della spiaggia e l'arresto del cittadino reo.
Morbo di Alzheimer: la bolletta dell'acqua sarà triplicata per disposizione di legge a tutti i non fumatori, per supportare i costi di gestione di queste forme di demenza. E' noto, infatti, che il rapporto fumatori/non fumatori rispetto all'Alzheimer è simile, ma invertito, rispetto a quello relativo al cancro bronchiale.
Malattie genetiche: chiunque sia portatore di una malattia ereditaria, compreso, ovviamente, il diabete, non avrà diritto ad alcun assegno e ad alcuno sgravio fiscale in relazione all'eventuale progenie.
Se farà figli, tanto peggio: pagherà solo, anticipatamente, i costi sociali che la comunità dovrà sostenere quando egli non vi sarà più.

Vi pare uno scenario raccapricciante?
Eppure, non si tratta che della logica estensione ad una parte della patologia internistica, di quello che è il provvedimento antifumo tanto auspicato.
Per brevità, ovviamente, non ho citato che alcuni grossi capitoli.
Tieni conto che alcune delle ipotesi che ho formulato sopra non sono affatto invenzioni della mia fantasia, ma proposte già avanzate in alcuni paesi e, in molti casi, già adottate da alcune compagnie assicuratrici.

matthew76
00mercoledì 5 gennaio 2005 15:46
mah, non son molto d'accordo, matu...
il fumo lo si sceglie... nel senso che i fumatori scelgono di fumare, mentre i malati delle malattie che hai descritto non scelgono di avere quella determinata malattia...
per me le restrizioni son giuste. bisogna tutelare chi non ha effettuato quella scelta...
Matuelle
00mercoledì 5 gennaio 2005 15:52
Re:

Scritto da: matthew76 05/01/2005 15.46
mah, non son molto d'accordo, matu...
il fumo lo si sceglie... nel senso che i fumatori scelgono di fumare, mentre i malati delle malattie che hai descritto non scelgono di avere quella determinata malattia...
per me le restrizioni son giuste. bisogna tutelare chi non ha effettuato quella scelta...




Matteo, a me il fumo da fastidio, ma cerco di essere obiettiva. Non credo sia un provvedimento giusto. Creare aree separate, mi va bene, ma non il divieto assoluto!
discovolante34
00mercoledì 5 gennaio 2005 20:20
C'è comunque una differenza negli esempi qui sopra esposti.
Diversamente dal fumatore, uno che mangia un hamburger pieno di grassi al bar non fa del male a chi gli sta vicino e non gli da nemmeno fastidio. Allo stesso modo una persona che prende troppo sole non tocca la libertà altrui.

eliana80
00mercoledì 5 gennaio 2005 20:45
Re:

Scritto da: discovolante34 05/01/2005 20.20
C'è comunque una differenza negli esempi qui sopra esposti.
Diversamente dal fumatore, uno che mangia un hamburger pieno di grassi al bar non fa del male a chi gli sta vicino e non gli da nemmeno fastidio. Allo stesso modo una persona che prende troppo sole non tocca la libertà altrui.




[SM=x531201]

Io non fumo ma non riesco neanche a tollerarlo..
Se sono in un bar, appena si riempe il locale di fumo incomincio a tossire e non mi fermo più.. è irritante oltre a nuocere alla mia salute [SM=x531213]
PeterPansenzatrilly
00giovedì 6 gennaio 2005 13:39
Ragazzi tutti siamo a conoscenza del danno delle sigarette,ognuno di noi è libero di ammalarsi,ma rispettiamo gli altri. Ben venga questa legge
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