Ma lo stato supersolido esiste davvero?
In un supersolido, una piccola parte del campione si comporta da superfluido
Secondo la teoria, lo stato supersolido della materia dovrebbe presentarsi quando, a temperature bassissime, le lacune nel reticolo cristallino di un solido normale condensano e viene raggiunto uno stato quantistico di minima energia. Il risultato è un materiale che appare per lo più come un solido, ma in cui una piccola parte, l’uno per cento circa, fluisce come un superfluido, privo di viscosità.
Questo comportamento bizzarro era stato riscontrato lo scorso anno da alcuni ricercatori dell’Università della Pennsylvania che avevano osservato un cambiamento nell’inerzia rotazionale di un campione di elio solido a meno di 230 mK, ma successivi tentativi di ripetere l’esperimento da parte di tre distinti gruppi di ricerca erano falliti.
Ora, ripetendo lo stesso esperimento, alcuni fisici della Cornell University, hanno confermando – dandone notizia sull’ultimo numero di Physical Review Letters – i risultati dei colleghi della Pennsylvania.
Sullo stesso numero della rivista appare però un altro articolo, firmato da ricercatori del Politecnico di Helsinki, che riferisce risultati apparentemente contrastanti. I ricercatori finlandesi non hanno infatti trovato alcuna traccia di comportamento supersolido in un campione di elio raffreddato addirittura a 10 mK. I ricercatori finlandesi hanno utilizzato un approccio differente per il loro esperimento, misurando la temperatura di fusione del campione a differenti pressioni e scoprendo così un eccesso di entropia al di sotto degli 80 mK. Quando però veniva fatta variare la temperatura, l’entropia, invece di aumentare, come sarebbe dovuto avvenire nel caso di una transizione di stato, diminuiva.
La caccia alla conferma dell’esistenza dello stato supersolido dunque continua.
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